Slot appello alla Regione: "Così ci condanna a morte"

Il grido di aiuto del gestore di un'azienda di Bellinzago e dei suoi dipendenti: "Nessuno pensa a noi"

Slot appello alla Regione: "Così ci condanna a morte"
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Slot appello di chi lavora nel settore del gioco d'azzardo e ora vede a rischio il proprio futuro.

Slot appello alle istituzioni

"Venite a vedere, non siamo topi che lavorano in uno scantinato, siamo un’azienda seria, che dà lavoro legalmente a 14 persone e che questa legge metterà in ginocchio". A parlare è Fabio Testolin, titolare della Effebi Srl, azienda storica della zona nota per la produzione di giochi per bar. E la legge a cui si riferisce è legge regionale entrata in vigore il 20 novembre a contrasto della ludopatia. Essa impone la rimozione di tutti i dispositivi di gioco presenti in attività che si trovino a meno di 500 metri dalle cosiddette zone sensibili (300 per i comuni sotto i 5mila abitanti). E, considerato che nella categoria rientrano scuole, case di riposo, istituti di credito e bancomat, chiese, luoghi di aggregazione, Compro Oro, stazioni e molto altro, la legge si traduce nell’eliminazione del 70/80 per cento dei dispositivi.

"Si spiana la strada all’illegalità"

"Gli imprenditori coscienziosi come me - piega Testolin, anche consigliere dell’associazione di gestori Astro - dicono che il sistema andava regolamentato. E' giusto ridurre il numero delle slot, ce ne erano troppe, ma non si può cancellare tutto.  Prima della legalità il mondo del gioco era una giungla e adesso rischia di tornare a esserlo. C’è già chi si muove nell’illegalità ed è pronto a occupare la fetta di mercato che resta scoperta. Ma dovrebbe essere la legalità a soffocare l’illegalità. La storia ci ha insegnato che il proibizionismo ottiene l’effetto contrario. Non mi sembra che la legge Merlin abbia eliminato la prostituzione, anzi l’ha consegnata alla criminalità. E’ quello che accadrà anche col gioco d’azzardo".

"Siamo lavoratori onesti: ora che ne sarà di noi?"

C’è poi un punto che sta a cuore a tutti i dipendenti: "Noi siamo spesso vittime di pregiudizi perché lavoriamo con le slot, ma noi non ci arricchiamo, semplicemente manteniamo le nostre famiglie onestamente. Cosa che non potremo più fare". Sarà quindi un Natale amaro quello che si preparano a vivere la famiglia Testolin e i suoi dipendenti, ben rappresentato dalle parole di uno di loro: «Il ludopatico viene aiutato, che ne sarà di noi? Io non so dove sbattere la testa, ho una famiglia da mantenere e una moglie che non riesce a trovare lavoro. Con che spirito affronterò questo Natale?". Lo stesso Testolin si dice fortemente preoccupato per le sorti dell’azienda fondata da suo padre negli anni Sessanta, e per quelle dei propri dipendenti: "Adesso l’obiettivo è resistere il più possibile cercando di mantenere i posti di lavoro. Non capiamo come la Regione possa non preoccuparsi di salvaguardare il lavoro di queste persone. Qui non è una questione politica, ma di buon s

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