Addio commendatore e combattente: con lui se ne va un pezzo di storia

Comignago nei giorni scorsi ha salutato Gaudenzio Leonardi, presidente della locale associazione Combattenti. Era il papà del parroco di Arona.

Addio commendatore e combattente: con lui se ne va un pezzo di storia
Pubblicato:
Aggiornato:
Addio commendatore Leonardi, nell'Aronese era una vera istituzione.

Addio commendatore, ecco chi era Gaudenzio Leonardi

Gaudenzio Leonardi  nei giorni scorsi si è spento proprio a Comignago, a pochi metri dal luogo in cui era nato 97 anni fa. Dal 2000 Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana, era una vera colonna della comunità. Attivo in passato nel consiglio del Parco dei Lagoni, aveva anche seduto sui banchi del consiglio comunale. Ma soprattutto da anni era presidente della sezione comignaghese dell’Associazione nazionale combattenti e reduci.

Le sue parole agli studenti

In più occasioni il Commendatore Leonardi si era prestato come oratore in cerimonie civili e aveva messo la propria esperienza al servizio dei bambini delle scuole. "Non dimenticateci. Continuate a ricordarvi di noi anche quando non saremo più qui a ricordarvelo. Parlo soprattutto a voi bambini". Con queste parole si era rivolto qualche anno fa ai giovani delle scuole in occasione della cerimonia per il 90º anniversario della vittoria della guerra del 1915-1918. Ora spetta proprio a loro, a quei bambini, tenere vivo quel prezioso bagaglio di ricordi e non lasciar cadere il testimone consegnato nelle loro mani dal commendatore.

Il ricordo del figlio don Claudio

Leonardi ha lasciato tre figli, Mauro, Paolo con le mogli e i nipoti, e  don Claudio, noto per essere il parroco di Arona. E’ proprio lui a ricordare il padre con profondo affetto. "Era un falegname specializzato in controsoffitti - spiega - Fino a una certa età viaggiò molto, poi si fermò per dedicarsi all’associazionismo». Un’esistenza intensa, segnata dall’esperienza della guerra: «Aveva combattuto sul Fronte Occidentale nella zona di Bardonecchia, poi si era spostato a Catania, poi era stato deportato in Germania come forza lavoro. Era ormai l’ultimo dei combattenti rimasti a Comignago. Era fiero delle sue medaglie e delle sue mostrine".
E mentre si trovava deportato in Germania scriveva già numerose lettere a quella che sarebbe presto diventata sua moglie per ben 63 anni: Giacomina Tosi, sposata nel 1949, una vita insieme, fino a cinque anni fa, quando la donna è venuta a mancare.
Il servizio completo è sul numero del Giornale di Arona attualmente in edicola.
Seguici sui nostri canali