Protesta accesa contro la moschea di viale Ticino

Protesta accesa contro la moschea di viale Ticino
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Protesta accesa di un cittadino che ha deciso di scrivere una lettera a tutti i consiglieri comunali castellettesi.

Protesta accesa: la polemica nasce da una lettera

E' emerso nel corso dell'ultimo consiglio comunale castellettese che un cittadino ha deciso di scrivere una lettera di protesta indirizzata a tutti i consiglieri comunali. La questione della quale si parla nella comunicazione riguarda il centro culturale islamico di viale Ticino. Secondo il cittadino in questione infatti, la realizzazione della "moschea", come la definisce, avrebbe avuto l'effetto di svalutare gli immobili della zona circostante. Nella lettera infatti, il cittadino racconta di aver avuto la necessità di vendere una casa. Secondo quanto ha scritto avrebbe ricevuto un rifiuto da parte degli acquirenti in seguito a una semplice ricerca su Google, grazie alla quale i compratori hanno notato la vicinanza con il centro islamico.

Un problema di terminologia

La questione sollevata dalla lettera approdata in consiglio comunale, si riferisce anche a un problema di terminologia. Infatti secondo quanto sottolinea il cittadino, il problema è dato dal fatto che la struttura era definita su Google come "Moschea", mentre di fatto, anche secondo il piano urbanistico, è solo un centro culturale islamico. Dopo pochi giorni dal passaggio della lettera in consiglio comunale la denominazione è cambiata. Ora la struttura per Google si chiama "Masjid Islamic cultural center, arabic school". Un centro culturale islamico dunque, semmai assimilabile a un oratorio, come il termine Masjid sembra suggerire.

Sulla questione la politica si divide

Inutile dire che l'argomento ha suscitato un'accesa discussione anche nell'aula del consiglio comunale. "Al di là della questione in sé - ha detto la consigliera di opposizione Rosanna Di Muccio - dovremmo interrogarci sull'ipocrisia che c'è nella definizione di centro culturale islamico. Si tratta di moschee, inutile nascondersi". Diametralmente opposta l'opinione del sindaco. "Io quel posto - ha detto il sindaco - lo vedo più come un centro culturale piuttosto che come una moschea - perché utilizzando un paragone con le cose che noi conosciamo, non assomiglia a una nostra chiesa, ma più a un oratorio. L’arrivo del centro culturale islamico non ha suscitato le proteste dei residenti, come alcuni partiti sostenevano. Per chi vive in quella zona i problemi veri sono ben altri e questo me lo confermano i cittadini che abitano da quelle parti".

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