"Sextorsion": tre casi nel Vco

La polizia: "Denunciate senza imbarazzi"

"Sextorsion": tre casi nel Vco
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La polizia: "Denunciate senza imbarazzi"

Secondo quanto diffuso dalla questura di Verbania, sarebbero tre i casi di sextorsion avvenuti di recente nel Vco. Uomini di tutte le età che sono ricattati dopo essersi ripresi in pose compromettenti. E' una truffa sempre più diffusa sui social network: tramite profili falsi, sui quali compaiono spesso foto di ragazze avvenenti, i malintenzionati "chiedono l'amicizia" a quelle che saranno le future possibili vittime. Tra una chat e l'altra prima o poi arriva la richiesta di una foto o di un video in atteggiamenti o pose compromettenti. A questo punto il "gioco" è facile: viene richiesta una somma di denaro, solitamente dai 2 ai tremila euro, da effettuare tramite il sistema "Money transfer", che ai controlli della polizia postale risulta poi effettuato in Costa d'Avorio e altri paesi africani, con la minaccia di diffondere in rete le immagini compromettenti.

La raccomandazione della polizia è quella di non pagare assolutamente: dopo il primo versamento infatti seguono altre richieste. Appena esplicitato il ricatto, la cosa da fare è bloccare il profilo di chi lo effettua, inoltrando anche una richiesta di rimozione delle immagini in questione ai gestori della piattaforma social, andando poi subito dalla polizia a denunciare. La regola base dovrebbe comunque essere quella di non dare troppa confidenza agli sconosciuti, osservando una certa prudenza nelle frequentazioni online. 

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