Arona Santhià: l'unica strada è la privatizzazione

L'ipotesi di riapertura della linea è stata tra i temi trattati in Regione con il Comitato dei sindaci.

Arona Santhià: l'unica strada è la privatizzazione
Pubblicato:
Aggiornato:

Arona Santhià: è attualmente in corso una richiesta di manifestazione di interesse per la riattivazione di tutte e 12 le tratte soppresse.

Arona Santhià: incontro in Regione

Lunedì 5 febbraio, il Consiglio direttivo del Comitato dei Sindaci per i pendolari e il
territorio ha incontrato il vice presidente della Regione Aldo Reschigna e il
funzionario dell’Agenzia per la Mobilità Metropolitana Cesare Paonessa. Presenti il sindaco di Arona Alberto Gusmeroli,  insieme ai sindaci di Gattinara, Verbania, Orta San Giulio, Pallanzeno, Somma Lombardo. Presente anche l'assessore borgomanerese Annalisa Beccaria. La riunione, oltre che a presentare il neonato Comitato, è servita quindi per iniziare ad affrontare le annose questioni che riguardano la qualità del servizio ferroviario.

Si cercano privati

Fra le tantissime problematiche sollevate, Paonessa, ha fornito alcune risposte.
La scelta di chiudere nel 2012 dodici tratte, tra cui l’Arona-Santhià, è
stata dettata dall’impossibilità di sostenerne i costi di gestione a fronte degli
utilizzatori del servizio. Ribadendo che tale situazione economica sussiste tuttora, ha
specificato che, allo stato attuale del Bilancio Regionale, la sola possibilità di
riattivazione di tutte e 12 le tratte soppresse è legata alla privatizzazione. A questo scopo infatti
è attualmente in corso una richiesta di manifestazione di interesse.

Il materiale rotabile e le vibrazioni

E' stato anche reso noto che Rete Ferroviaria Italiana, che gestisce la parte piemontese delle ferrovie, ha in essere un piano di acquisizione di nuovo materiale rotabile. Piano che decorrerà dal 2019/2020. Sino ad allora quindi il materiale rotabile potrà essere solo oggetto a revamping. Le problematiche connesse a vibrazioni e posizionamento di barriere antirumore saranno oggetto di un incontro specifico con RFI e Trenord.

Commenti
Roberto Borri

Purtroppo, in Italia, si è completamente asserviti al mondo della gomma e, da quel distorto punto di vista, era molto difficile da accettare una Regione come il Piemonte, dove vi è una forte presenza dell'industria automobilistica e del suo indotto, dotata, insieme alla Lombardia occidentale di una rete ferroviaria così capillare e, potenzialmente, in grado di offrire un servizio adeguato ai cittadini. La scellerata delibera del 2012 è stata solo l'ultimo atto di un percorso volutamente finalizzato ad affossare il servizio ferroviario, ad iniziare dalla programmazione degli orari in maniera tale da scoraggiare al massimo l'utenza e, per risposta, le mancate migliorie all'infrastruttura, giustificate da un traffico artificialmente ridotto al lumicino. Con queste premesse, il costo del servizio è stato fatto notevolmente lievitare rispetto al beneficio nei confronti dell'utenza, tanto da avere una pezza falsamente giustificativa per sospendere il servizio, specie in una situazione come quella odierna, in cui, senza il benché minimo senso di responsabilità, si è voluto affidare agli Enti Regionali l'organizzazione dei servizi pubblici essenziali. L'interesse privato dovrebbe essere categoricamente escluso da tali servizi, che, a titolo esemplificativo, ma non esaustivo, comprendono, oltre ai Trasporti, anche la Sanità, l'Istruzione, le Poste, le Telecomunicazioni, l'Energia e l'Acqua Potabile. Purtroppo, si cerca di trasformare queste attività in imprese lucrative, nascondendosi dietro il farisaico muro della mancanza dei fondi pubblici, giacché se un privato fosse in grado di ricavare il suo, seppure moralmente illegittimo, profitto, altrettanto potrebbe fare la Pubblica Amministrazione, esercendo il servizio ricavando quell'avanzo utilizzabile per compensare eventuali perdite in altri settori. Da troppi anni, si è trasformato tutto in Società per Azioni e si è ridotta la Pubblica Amministrazione a mera acquirente di servizi appaltati con i criteri del Diritto privato, il che desta non pochi dubbi. Abbiamo ascoltato la notizia di un'impresa ferroviaria privata acquistata dagli Statunitensi: l'ultimo capitolo di una storia che non avrebbe mai dovuto essere scritta, a cominciare dallo stesso interesse privato a lucrare su servizi di linea, ma la spinta alle privatizzazioni è nata proprio affinché società per azioni o banche o finanziarie a matrice Statunitense s'impossessassero di aziende il cui stesso esistere è moralmente illecito. Rammentiamo che l'articolo 41 della Costituzione, insieme ai successivi, in particolare il 43, pur riconoscendo piena libertà all'iniziativa economica, dà facoltà alla Pubblica Amministrazione di riservare allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale. Purtroppo, l'Istituzione ha abdicato al suo ruolo.

Seguici sui nostri canali