Fermato a Castelletto, giapponese finge di non capire e morde gli agenti

Ne ha combinate di tutti i colori.

Fermato a Castelletto, giapponese finge di non capire e morde gli agenti
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Fermato a Castelletto Ticino, cittadino giapponese finge di non capire la lingua e morde gli agenti.

Fermato a Castelletto.. ne combina di tutti i colori

Nella nottata di sabato 23 marzo a Castelletto Ticino (NO), una pattuglia della stradale di Romagnano sottoponeva a controllo una Passat di colore nero che percorreva una rotatoria a velocità elevata e pericolosa.
Avvicinatosi al veicolo, a bordo vi era solo il conducente il quale, durante la richiesta di esibizione dei documenti, palesava i classici sintomi dovuti all’assunzione di bevande alcoliche quali alito fortemente vinoso e occhi lucidi.

Fingeva di non capire l'italiano, l'inglese e pure il giapponese

Il conducente consegnava solamente un permesso internazionale di guida di nazionalità giapponese. Alla richiesta di esibire anche la patente di guida e un valido documento idoneo alla sua identificazione, il soggetto sembrava non
comprendere ciò che gli veniva chiesto benché le domande gli venisseroposte anche in lingua inglese e, mediante traduttore multimediale google translate, in lingua Giapponese.

Alcoltest: aspirava anziché soffiare

Nel frangente si cercava di sottoporre lo stesso ad accertamento preliminare con precursore alco-blow ma, nonostante gli operanti cercassero più volte di spiegargli come eseguire la prova, anche sottoponendovisi loro stessi, il soggetto la eseguiva in maniera errata cercando chiaramente di eludere il controllo.
Dopo circa dieci minuti di tentativi vani, si cercava di sottoporlo a prova etilometrica ma, anche in questo caso, lo stesso perseverava nel suo atteggiamento elusivo aspirando aria dal boccaglio anziché soffiarvi dentro come mostratogli più volte.

Il tentativo di fuga

Ad un tratto il soggetto si dirigeva verso la sua auto per salirvi a bordo ma veniva prontamente bloccato dallo scrivente il quale, per l’ennesima volta, cercava di comunicare con i mezzi suindicati chiedendo di fornire il recapito di una qualsiasi persona di sua conoscenza in Italia che potesse fungere da interprete e fornire indicazioni utili alla sua identificazione.

I morsi

Dopo diversi minuti, data la totale mancanza di collaborazione da parte dell’uomo e vista la necessità di identificarlo compiutamente, si decideva di accompagnarlo presso il Comando di appartenenza invitandolo a salire sul veicolo di servizio.
Il soggetto respingeva la richiesta degli operanti iniziando ad opporre resistenza con calci e spintoni nei confronti degli stessi i quali, con notevole fatica e solo dopo diversi minuti, gli operatori riuscivano ad immobilizzarlo con le manette di sicurezza e a trarlo in arresto per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale.

L'uomo durante la colluttazione tentava più volte di estrarre dalla fondina la pistola dell’agente e lo prendeva anche a morsi.

Anche una volta ammanettato il soggetto continuava a dimenarsi cercando insistentemente di mettere la mano nella tasca destra dei pantaloni dove, in seguito alla perquisizione effettuata, veniva successivamente rinvenuto e sottoposto a sequestro probatorio un coltello a serramanico.

Durante la perquisizione venivano altresì trovati la patente di guida e il passaporto giapponesi oltre al permesso di soggiorno italiano, rilasciato per motivi di lavoro, indicato in oggetto. Il soggetto veniva poi processato per Direttissima, patteggiando una pena di 4 mesi e 20 giorni. Patente sospesa per un periodo da 6 a 24 mesi.

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