Regione condannata: "Ha negato fecondazione assistita a coppia malata"

Il commento dell'Associazione Coscioni: "Garantire Diagnosi Pre impianto”.

Regione condannata: "Ha negato fecondazione assistita a coppia malata"
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Regione condannata insieme all'Asl: la sentenza è stata espressa dal Tribunale di Vercelli.

Regione condannata: il caso

Il Tribunale di Vercelli ha condannato Regione Piemonte e ASL a garantire la diagnosi genetica preimpianto alla coppia Barrot-Di Martino di Roncaglia di Casale Monferrato. Entrambi portatori del gene del rene policistico. A divulgare la notizia è l'associazione Luca Coscioni. "Una coppia già colpita dal dramma relativo alla perdita, per questa patologia e dopo un mese in terapia intensiva, della piccola Stella. Ciò nonostante si era vista negare l’accesso alla tecnica preventiva, significativamente onerosa, con l’ausilio del servizio sanitario regionale".

L'avvocato

“Sono nuovamente i giudici a garantire il diritto alla salute nel nostro paese". Così l’Avv. Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni. In questi anni protagonista di tante battaglie legali vinte contro le limitazioni previste dalla Legge 40 in materia di fecondazione assistita. "Chiedo al Ministro della Salute Giulia Grillo di inserire le tecniche di diagnosi preimpianto nei livelli essenziali di assistenza. Al fine di evitare che il limite economico sia un limite ad avere un figlio”.L’Azienda sanitaria di Alessandria è stata così condannata ad erogare tali prestazioni in via diretta tramite strutture accreditate ovvero, in alternativa, con assistenza indiretta nell’ambito del Servizio Sanitario nazionale, mediante il ricorso ad altre strutture sanitarie, anche estranee al territorio della Regione.

L'appello

"Grazie a queste tecniche solo nel 2016, sono nati 599 bambini che non sarebbero mai nati". Dicono dall'associazione Luca Coscioni. "Le coppie che devono accedere alle diagnosi per una gravidanza sicura, necessariamente dovranno ripercorrere le vie dei tribunali per vedere affermato il diritto alla salute, alla famiglia. E il tempo necessario per affermare diritti nei tribunali determina un ulteriore danno in termine di tempo per queste coppie che vorrebbero avere un figlio che viva. La politica oggi ha la piena responsabilità di tutto ciò, perchè non pone rimedio a errori del passato e non affronta il presente per affermare diritti che attualmente possono essere esercitati solo in funzione delle possibilità economiche dei singoli".

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