Neonato morto per un batterio in ospedale

Il commento del presidente dello Sportello dei Diritti, che dà voce alle vittime di malasanità.

Neonato morto per un batterio in ospedale
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Neonato morto per un batterio all'ospedale di Brescia, il commento del presidente dello Sportello dei Diritti, che dà voce alle vittime di malasanità.

Neonato morto

Un focolaio epidemico di infezione-colonizzazione da Serratia marcescens si è sviluppato presso il reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell'ASST Spedali Civili di Brescia. La sorgente è caratterizzata da tre casi di sepsi neonatale, un'infezione delle vie urinarie e sei casi di colonizzazione, ovvero in tutto dieci casi. Lo rende noto la direzione degli Spedali civili di Brescia dove un neonato il 6 agosto è morto a causa di un'infezione dal batterio Serratiamarcescens, dopo un decorso particolarmente infausto dell'infezione.

Il commento

"Adesso i familiari intendono fare chiarezza su quanto accaduto. Sarà la Magistratura a dare tutte le risposte. - osserva Giovanni D'Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, associazione che da voce ed assistenza alle vittime della malasanità - Ma cosa sta succedendo negli ospedali Italiani, dove il meccanismo si è inceppato facendoci ripiombare nel medioevo sanitario? Se in merito a protocolli standardizzati e misure di prevenzione abbiamo fatto passi da gigante, qualcosa nella catena non funziona. L’unica pratica che dovrebbe essere messa in pratica negli ospedali per poter arginare il problema, ovvero quello di isolare in apposite stanze i pazienti con una équipe di infermieri dedicati che non trattino altri pazienti, in modo da non tramettere a questi ultimi  i ceppi resistenti, oggi non è prevista se non i rarissimi casi".

Le carenze

"Mancano le stanze per gli isolamenti, manca il personale sanitario, mancano gli infermieri. Il nostro governo risparmia, ma al solito risparmia laddove dovrebbe investire, in strutture e risorse umane, e questo modus facendi  è la causa principale dell’aumento delle “morti sospette”. Quanto ci costerà ancora questo modo di fare, specie in vite umane? E’ arrivato il momento di invertire la rotta ed investire in maniera corretta nella nostra sanità, perché rischiamo di fare un grande passo indietro e di vanificare tutti i progressi fatti fino a qui che ci hanno permesso di sconfiggere le malattie infettive".

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