Dal Burkina Faso per studiare il riso nel Novarese con Terra madre

Il comunicato di Coldiretti Novara.

Dal Burkina Faso per studiare il riso nel Novarese con Terra madre
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Quattro delegati dal Burkina Faso per studiare il riso nelle campagne novaresi.

Dal Burkina Faso per studiare il riso con Terra madre nel novarese

La notizia è annunciata dalla Coldiretti di Novara: "Nelle giornate di martedì 25 e mercoledì 26 settembre, nell’ambito del progetto “Valorizzazione del presidio del riso rosso di Comoé in Burkina Faso”, i cui partner sono Coldiretti Piemonte, Regione Piemonte e la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, nelle province di Novara, Vercelli e Biella sono state visitate diverse realtà risicole, oltre alla Borsa Merci di Vercelli: in particolare, nelle due province di Novara e Vco i partecipanti hanno visitato le aziende agricole Ballasina (Granozzo con Monticello) e Rizzotti (Cascina Fornace, Vespolate). Inoltre hanno assistito a un intervento in aula del tecnico Lorenzo Rolando che ha illustrato la situazione risicola del territorio novarese".

Il progetto vuole salvaguardare la biodiversità del riso rosso

“Tchira Mahingou è il nome in lingua locale di una varietà di riso rosso coltivata in Burkina Faso e con questo progetto, che Coldiretti Piemonte segue già da anni, si vuole proprio salvaguardarne la sua biodiversità visto che oggi il rischio di estinzione è reale – spiega Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara Vco, unitamente a Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli-Biella e responsabile regionale per il settore riso - tale attività di studio nelle terre del riso per eccellenza, infatti, è finalizzata ad acquisire conoscenze ed elementi utili per migliorare la qualità di questo riso,  a conoscere le modalità di lavorazione e di trasformazione, nonché di valorizzazione e commercializzazione con lo scopo anche di sostenere il ruolo delle donne che in Burkina Faso sono il cuore della vita e dell’economia. Un modo, nello stesso tempo, per far conoscere il prodotto d’eccellenza di queste province della nostra Regione, particolarmente vocate alla risicoltura, che sta vivendo un momento di crisi soprattutto a causa delle importazioni a dazio zero dai Paesi che operano in regime EBA (tutto tranne le armi)”.

"Basta importazioni che violano i diritti umani"

"Grazie alle coltivazioni di riso nel Novarese, Vercellese e Biellese, il Piemonte - si conclude l'annuncio di Coldiretti - si conferma come la prima regione risicola italiana con i numeri maggiori a livello produttivo con 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende e non è accettabile, come abbiamo già più volte ribadito, che l’Unione Europea continui a favorire, con le importazioni, la violazione dei diritti umani come avviene per il riso proveniente dalla Birmania, che si colloca tra i principali fornitori asiatici dell’Italia insieme a India, Pakistan, Thailandia e Cambogia".

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